Grazie, anche a te.

Vero! Lanciava occhiate vuote un po’ a tutti,
(ha inizio la fase di auto convincimento alla quale sono fiero voi assistiate)
mi dava come l’idea che con me ce l’avesse in particolar modo. Come fosse possibile non saprei spiegarlo viste le rare volte che ci siamo incrociati in giro e l’apparente mutismo che mi colpisce come un calcio nella bocca ogni qualvolta potrei farmi sentire.
…. Quanto meno il timbro, la cadenza. “Se è toscana rinuncia a priori!”
Talvolta sembrano più rozze delle romane. Talvolta in situazioni simili me ne esco con una qualsiasi banalità con un qualunque individuo vivo nel raggio di 5 metri solo per farle sentire il mio timbro di voce, la calata. E’ puro macismo. Essere convinto di riuscire (un piede sopra l’altro per acquisire qualche centimetro in più). Notare, amareggiato, che le sue orecchie non sono alte, come lo sarebbero prese da uno scatto di nervi dettato dagli alti decibel dei miei saggi interventi. Fosse un cane.
Percorreva il corridoio disinvolta nei suoi jeans biancastri. Immersa in boccoli neri. Scommisi con me stesso di indovinare a cosa stesse pensando. La sua camminata convinta e rapida trasudava una voglia di cibo della serie “èunamattinatainterachestoquiastudiaremicivolevanopurequellediecipagineinpdafareprimadipranzo! stamattina non le ho fatte. se mi sento in colpa? simisentoincolpapotevostudiareunpo’dipperderemenotempoafumare! diecipaginechevuoichesiano, in fondo (…) cazzo che fame” .
Credo che sia stato in quel momento che le è caduto il telefono a terra. Si è piegata e un leggero velo rosso ha coperto il suo viso. Graziosa. La camminata spavalda si è trasformata in una granitica, piccola corsetta eseguita quasi a quattro zampe tanta era la poca volontà di rialzarsi. Si dileguò fuori dalla porta.
Persa di vista, anche oggi. Non ha lasciato libri sul tavolo, non tornerà.

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